Quando organizziamo l’aperitivo nel vicolo?
Questa è la domanda con cui ho aperto la conversazione la prima sera che mi sono seduta a tavola con la mia famiglia a Cervo. Ci sono eventi che nascono spontaneamente, senza alcuna pianificazione, ma che riescono così bene che meritano di assurgere a ricorrenza annuale.
Così è stato e sarà, a mio insindacabile giudizio, per l’aperitivo nel vicolo a Cervo. Tutto è nato due anni fa, la prima estate del Covid, quando anche stare in un giardino privato sembrava troppo rischioso. L’aperitivo in giardino, aperto agli amici, è sempre stata una tradizione di casa.
Abbiamo sempre invitato gli amici del mare, quelle persone che conosci da una vita. I vicini di casa, i vicini di asciugamano, i parenti lontani, i compagni di tennis, i compagni di carte, i figli dei figli dei figli di quell’amico lontano del bisnonno. Chi vive a Cervo da sempre, chi in altre città, chi vive ormai in altri Paesi e chi in altri continenti. Ci si ritrova tutti per una sera. Ci si raccontano le ultime novità, si spettegola, si usano lingue diverse. In questo vortice di facce che cambiano, bambini che nascono, persone che non ci sono più, case che traslocano, amori che fioriscono e finiscono, ci sono due cose che restano ferme: la nostra casa e i piatti colmi che escono dalla sua cucina.
Così due anni fa, per questioni sanitarie, dal giardino siamo migrati nel vicolo, davanti alla porta di casa. La casa c’è sempre, la cucina pure: i piatti però non escono più dalla porta ma direttamente dalla finestra!
Una piccola, piccolissima sagra di paese. L’orario di inizio è quando iniziano ad uscire le prime cose da mangiare. Si va avanti finché ce n’è. Alle facce amiche che passano di lì si porgono i vassoi fumanti, ai vicini curiosi affacciati alla finestra si chiede di scendere per bere un bicchiere.
Piatto pilastro: la focaccia. Quando c’era ancora mia nonna erano sempre due focacce: quella con le olive intere e quella con la salvia dell’orto (le ricette sono nel mio e-book “ A summer party in Liguria” che hai già ricevuto se sei iscritt* alla mia Newsletter). Negli anni si sono preparate anche tante focacce classiche, focacce con le cipolle (la classica ricoperta da tante cipolle bianche a fettine sottilissime lasciate spurgare con il sale per un’ora), la sardenaira , focacce di patate e focaccia al formaggio.
Prepariamo anche polpettoni, frittate, ripieni di verdura.
E poi si frigge. Generalmente frittelle di pasta lievitata, i frisceu, semplici o con il baccalà o ancora con le borragini dell’orto (se ci sono)
Quest’anno invece ho portato un po’ di Genova nel mio caruggio di Cervo e ho fritto le panissette.
Le panissette, se non le conosci, sono uno dei pilastri dello street food genovese. Sono frittelle di panissa, una polenta a base di farina di ceci, le sorelle fritte della più famosa farinata.
Vanno premeditate, come il nostro aperitivo nel vicolo. La panissa, infatti, va preparata in anticipo, e richiede assistenza perché va cotta per circa un’ora mescolando continuamente e poi va fatta raffreddare almeno un paio d’ore. Una volta soda si taglia a bastoncini (come le patatine fritte) o a fettine sottili (come le tortillas di mais) e si frigge nell’olio caldissimo. Se quando la immergete nell’olio è fredda di frigo ancora meglio! Quindi suggerisco un passaggio in frigo almeno mezz’ora prima di friggere. La ricetta super-collaudata la trovi qui in fondo al post!
Cosa beviamo? Vino ligure, sempre. Leggero e fresco di frigo. A volte un vermetino, a volte pigato. Quest’anno ci siamo lanciati su un rosè locale molto piacevole.
E poi, immancabile da un anno a questa parte, l’Aperitivo Fabbrizii del Nuovo Liquorificio Fabbrizii in Val d’Aveto! Ormai è entrato nella nostra “quotidianità mondana”, è diventato il nostro modo per rendere subito speciale e sofisticato un semplice aperitivo domestico.
Si può gustare da solo, con ghiaccio. Ma è fantastico anche come moltiplicatore di sapore, da aggiungere al vino freddo o al prosecco per creare cocktails profumatissimi e non troppo alcolici, ideali per fare il bis, o il tris!
Un aroma d’arancia e di spezie caratterizza l’Aperitivo Fabbrizii. Si sposa quindi benissimo con il fritto, nel mio caso le panissette, perché pulisce e rinfresca il palato. E poi l’abbinamento di quest’estate con un vino rosato è stato davvero sorprendente!
Non ti resta che provare, panissette incluse!
Ingredienti
Per la panissa
- 250 g di farina di ceci
- 1 lt d’acqua
- 8 g di sale
Per le panissette
- 1 L di olio di arachidi per friggere
Istruzioni
- Scaldate l’acqua in una pentola dai bordi alti (possibilmente antiaderente). Salate l’acqua e, quando raggiunge una temperatura di circa 40°C (cioè quando, toccandola con un dito, la sentite calda), versatevi a pioggia la farina di ceci setacciata, mescolando velocemente con una frusta in modo che non si formino grumi. Lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti da quando prende il bollore rimescolando spesso per evitare che la farina si attacchi al fondo della pentola e che si creino grumi.
- Versate quindi la panissa in due piatti fondi leggermente unti e lasciatela riposare in frigorifero per un paio d’ore così che sia perfettamente rassodata e fredda.
- Tagliate la panissa a fette sottili spesse ½ centimetro oppure a bastoncini come le patatine fritte.
- In un pentolino dai bordi alti, portate a temperatura l’olio per friggere (200°C).
- Immergete i pezzetti di panissa nell’olio pochi per volta e friggete per 5 minuti o fino a quando la loro superficie sarà dorata e avrà creato una sottile crosticina.
- Scolate le panissette su carta assorbente e servitele ben calde.