È decisamente arrivata la primavera: il sole, tiepido al mattino, inizia a scottare il viso, gli uccellini cantano di giorno, le rane di notte, gli alberi si rifanno il guardaroba e i primi bombi gironzolano curiosi tra i vasi fioriti.
E con la primavera è giunta anche l’ora di rimettere mano ai terrazzi. Ho comprato tre casse di piante, tra fiori – alcuni rigorosamente commestibili − piante rampicanti e piantine aromatiche per il mio orto personale (che poi è il davanzale della mia cucina).
Ci sono voluti due giorni di lavoro, forse anche perché sono stata “aiutata” dal mio bimbo, ma alla fine la soddisfazione di avere un angolo di natura tutto nostro al di là del vetro, di cui prendersi cura ogni giorno come un nuovo membro della famiglia, è veramente grande.
E così, visto che la primavera in fondo è uno “state of mind” e io mi sento particolarmente bucolica, ho deciso che questa domenica organizzo un pic-nic!
Scorrendo i libri di cucina in cerca di ispirazioni, mi sono imbattuta, chissà se solo per caso, in un vecchio volume della zia di mio marito, una pubblicazione fuori commercio per le lettrici di “Casaviva” del 1990 e intitolato “Il prato nel piatto”.
Il libro è proprio come tutti quelli di una volta: niente immagini e molte ricette scritte brevemente l’una via l’altra. Un libro destinato a un pubblico di massaie, cuoche abbastanza esperte da non necessitare di grandi indicazioni per immaginare e ricreare piatti a base di erbe di campo un po’ fuori dall’ordinario.
Tra le tante ricette proposte, ne ho trovate un paio ideali per un pic-nic, ovviamente da provare e ricreare a modo mio.
Mi sono quindi messa alla ricerca degli ingredienti, tutt’altro che facili da reperire in città. Fortunatamente la passione per le erbe spontanee, che da tempo cerco come un rabdomante cerca l’acqua nel deserto, mi ha permesso di crearmi una preziosissima lista di contatti: fruttivendoli e contadini dell’entroterra ligure che “spacciano” erbe cresciute spontaneamente tra le fasce e i muretti a secco, piantine sovversive che osano sfidare le leggi dell’uomo, forti abbastanza da vincere da sole la lotta contro i parassiti, che si concedono ancora il lusso di ciondolare pacifiche e fiere all’ombra di qualche ulivo.
E così sono andata a colpo sicuro, e ieri sono rientrata a casa con una grossa borsa di plastica straripante di erbette felici!
Ed ecco qui la ricetta che ho preparato per il mio pic-nic primaverile che voglio condividere con voi.
In realtà poi fuori splendeva il sole, dal mare arrivava un fresco vento di scirocco e così, alla fine, noi il pic-nic lo abbiamo fatto sul nostro bel terrazzo tirato a lucido, tanto il prato lo avevamo già nel piatto!
Polpettine di tarassaco e finocchio
Cosa vi serve:
150 g di riso
50 g di tarassaco
50 g di finocchio selvatico tenero
4 uova
pangrattato
60 g di pecorino fresco
sale
pepe
farina (meglio se di riso)
olio per friggere
Come si preparano:
1. Cuocete il riso al dente, scolatelo, stendetelo su un piatto allargandolo con un cucchiaio di legno per non farlo scuocere e lasciatelo raffreddare.
2. Pulite le foglie più tenere di tarassaco e lessatele in poca acqua salata. In un pentolino a parte cuocete anche le foglie di finocchio selvatico.
3. Strizzate le verdure, tagliatele fini (soprattutto il tarassaco che è molto fibroso), mescolatele con 2 uova sbattute e il formaggio grattugiato.
4. Aggiungete il riso, mescolate bene con una spolverata di pepe e aggiustate di sale.
5. Formate delle polpettine grandi come una noce, che passerete nella farina, poi nell’uovo sbattuto e, infine, nel pangrattato.
6. Friggete in abbondante olio caldo (meglio se di arachidi) finché non risulteranno ben dorate oppure cuocetele in forno, su una placca ben unta d’olio, a 180 °C per 20 minuti, o fino a quando le polpette non risulteranno dorate e sode.
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