La rosa in cucina? Per cominciare sciroppo di rose

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sciroppo di rose

Ci sono momenti della vita in cui sembra, per una serie di coincidenze, che un filo sottile cucia insieme le nostre giornate.

In questi giorni a me è capitato un filo di colore rosa.

Dovevo partecipare alla presentazione di un nuovo libro di ricette di dolci liguri  su invito di mia suocera. Quando sono arrivata ho scoperto che il libro, invece , era interamente dedicato all’utilizzo delle rose in cucina: “Rosa, rosae. Declinare la rosa in cucina” di Ilaria Fioravanti e Maria Giulia Scolaro. Quella mattina per la prima volta ho guardato le rose con l’occhio della cuoca.

Il giorno dopo un’amica incontrata per caso in centro mi ha portato nella profumeria Caleri dove, guarda un pò, era stato organizzato un evento incentrato sulla rosa: “Rosa per gli occhi, il naso e il palato”: mentre il negozio metteva a disposizione delle clienti una selezione di profumi alla rosa, la fioraia Mara (de Il giardino di Mara) aveva realizzato una meravigliosa composizione di rose all’ingresso e Profumo, storica confetteria di Genova (su cui mi riservo di scrivere un post a breve) offriva un assaggio del suo delicatissimo gelato alla rosa.

La stessa mattina, poco dopo, al mercatino dei prodotti biologici che si tiene ogni giovedì in Piazza de Ferrari ho notato un banchetto con due grosse ceste di petali di rosa in vendita. Non petali di rosa qualunque, ovviamente, ma proprio quelli delle rose soprannominate “Rose della Valle Scrivia”, ossia la rosa mucosa centifoglie  e la rosa rugosa,  rose rustiche selezionate e coltivate da generazioni nell’entroterra ligure per essere utilizzate in cucina.

A quel punto è stato tutto chiaro e ho fatto l’unica cosa possibile da fare: ho comprato un chilo di petali di rosa (per dare a chi probabilmente non ha mai acquistato un chilo di rose la misura del  mio entusiasmo, un chilo di petali di rosa è un sacco della spesa stracolmo, che aperto sul tavolo di cucina fa circa 1 metro quadrato di petali!).

 

roses

 

Che fare a questo punto di un bottino così incredibilmente profumato? Nessun dubbio: sciroppo di rose!

E’ semplice da fare, è parte della nostra tradizione dolciaria (e la sua ricetta è oggi anche Presidio Slow Food della regione Liguria) , è alla base di molte delle raffinate ricette che Ilaria propone nel suo libro (e che mi riservo di provare nelle prossime settimane) e poi mi ricorda mia nonna, che ne custodiva gelosamente una bottiglia in dispensa per quando venivano a prendere il te le sue amiche.

Insomma, sciroppo di rose perché viene prima di tutto!

La sua preparazione si è rivelata poi un’esperienza veramente appagante per tutti i sensi. Il colore intenso delle rose durante la macerazione si è incredibilmente sciolto nello nell’acqua, lasciando i petali anemici sul fondo della pentola e lo sciroppo di un rosso intenso. Il profumo ha inebriato l’aria di casa dal momento in cui i petali freschi ne hanno varcato la soglia fino e a quando lo sciroppo non è stato sigillato nelle bottiglie. Il sapore, infine,  mi ha accompagnato per un’intera la giornata perché, insomma, lo sciroppo doveva essere assaggiato varie volte per vedere come era venuto.

E’ venuto benissimo ed ecco a voi la ricetta tratta da libro “Rosa, Rosae: declinare la rosa in cucina”.

roses syrup bottles 2

 



sciroppo di rose

 

 

roses syrup 2 bottles

 

 whild roses

 

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Qui la pagina Facebook ufficiale della Feste delle Rose a Busalla che si tiene ogni anno, con tutto il calendario di eventi correlati.

Per approfondire la storia delle rose della Valle Scrivia e scoprire i roseti nascosti della liguria che possono essere visitati tra fine maggio e inizio giugno ecco il link al sito dell’associazione Le Rose della Valle Scrivia .

 


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Ciao! I’m Enrica

a home cook, food researcher and experience curator bred and born in Liguria.
I study, tell, cook, share and teach Ligurian cuisine and the culture surrounding it.
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