Acqua di fiori d’arancio amaro: il mio primo libro.

Ricorderò questo 2018 anche perché a fine maggio ha visto la luce il mio primo libro. E’ un libro piccino, fatto con amore. Parla dell’acqua di fiori d’arancio amaro, un prodotto antico, un distillato naturale che da secoli viene utilizzato come segreto di bellezza,  come rimedio fitoterapico e soprattutto come aroma in cucina.

Vedere le copie lì, impilate una sull’altra, nella scatola di cartone appena uscita dalla tipografia è una grande emozione.

Lo tengo in mano, lo rivolto, lo peso e lo soppeso, e ripenso a quando Ilaria Fioravanti (la mia compagna d’avventura) l’anno scorso, una piovosa mattina d’inverno davanti ad un cappuccino, mi ha proposto di scrivere insieme un libro di cucina.

Ripenso alle varie visite alla Vecchia Distilleria di Vallebona –  dove Pietro Guglielmi coltiva gli alberi d’arancio amaro fino a pochi anni fa andati perduti e distilla acqua di fiori d’arancio con i metodi di una volta (il suo prodotto è un presidio Slow Food della Liguria). In particolare quelle a maggio in cui ho partecipato insieme alla famiglia di Pietro alla raccolta dei fiori. Mi vengono in mente il bianco abbagliante dei fiori stellati, il  profumo intenso che permeava l’aria tiepida, le chiacchiere del più e del meno, le mani nodose dell’ottuagenaria Nonna Ines che staccavano con delicatezza i fiori, oggi così come quando era ragazza.

 

 

Sfoglio il mio libro e penso a quando mi sono messa in testa di scattare le foto di alcune delle ricette che avremmo inserito nel libro nel bel mezzo della raccolta, organizzando un pic-nic all’inglese di tutto punto. L’automobile piena fino al tetto di cestini, tavolini, tovaglie, piatti, cuscini, coperte, frutta, bibite e dolci naturalmente. Centinaia di foto scattate sotto il sole cocente piantando il cavalletto nell’erba alta e rischiando più volte di cadere, indietreggiando, giù dalle fasce. Penso alle sere passate a rivedere e selezionare le foto, chiedendomi come era stato possibile fare così tanti scatti tutti simili tra loro.

 

Penso anche ai pomeriggi passati con Ilaria a buttare giù la scaletta del libro, a dividerci gli argomenti, a decidere quali delle decine di ricette raccolte dalle cucine di tutto il modo preparare e pubblicare nel libro.

Guardo ancora una volta il libro, sta in una mano, eppure per scriverlo ci sono volute giornate passate in biblioteca, tra studenti universitari e qualche pensionato, a sfogliare pile di testi di botanica, vecchi e nuovi per documentarmi sulla pianta di arancio amaro, la sua origine, i suoi impieghi. È stato entusiasmante scoprire sempre nuovi aneddoti e vedere che la storia che poco alla volta emergeva tra le righe dei libri parlava di donne famose legate tutte dalla medesima fragranza: la regina Maria Antonietta, la nostra regina Margherita di Savoia, Anna-Maria Orsini, principessa di Nerola, addirittura la Venere del Botticelli.

Poi penso al tempo speso davanti allo schermo del computer, alle parole che non scorrevano mai come avrei voluto (per favore non mi chiedete se oggi sono pienamente soddisfatta), all’ansia da prestazione e allo stesso tempo alla determinazione nel portare avanti questo piccolo progetto.

E la mappa mentale! Si, perché da un paio d’anni sono innamorata delle mappe mentali come metodo per sviluppare e organizzare il pensiero creativo. Quella per il libro l’ho scritta su un grande foglio formato A3 , l’ho completata di giorno in giorno, man mano che raccoglievo informazioni e argomenti nuovi. Mi ha accompagnato per tanto tempo, così colorata. Dovrei incorniciarla, se non fosse così ingombrante.

Poi la riunione con l’editore, SAGEP, le bozze di stampa da vedere e rivedere due o tre volte per sincerarsi che non ci fossero errori di battitura, e la copertina da scegliere.

Oggi il libro è qui, è uscito dalle nostre menti e dai nostri computer e si può toccare, sfogliare, odorare (non profuma di fiori d’arancio, purtroppo, ma dopo averlo letto, forse, con un po’ di immaginazione…) comprare e regalare. L’idea che le mie parole possano circolare di mano in mano, che abbiano un peso fisico, che possano essere oggetto di un pensiero verso qualcuno, continua a sorprendermi e, sono sincera, mi inorgoglisce.

Se siete curiosi di saperne di più, l’ho presentato  scon SAGEP (l’editore) da Feltrinelli a Genova il 29 giugno 

 

tramite questo link trovate la mia intervista ! 

Se vi interessa  potete “comodamente” acquistarlo on-line su Amazon o su IBS e  in un paio di giorni lo troverete sul tavolo della vostra cucina.

Se lo leggete e cucinate le ricette che sono contenute nel libro, fatemi sapere cosa ne pensate!

 

 

Ciao! I’m Enrica

a home cook, food researcher and experience curator bred and born in Liguria.
I study, tell, cook, share and teach Ligurian cuisine and the culture surrounding it.
Here we celebrate Liguria’s gastronomic diversity and richness through its recipes, producers, traditions and shops.

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