La Val D’Aveto, lo sai, mi affascina profondamente. La frequento da tre estati a questa parte. Gite brevi di un giorno, più che altro a zonzo senza una meta precisa. Tanto è bastato per innamorarmi di questo angolo di Liguria ancora così autentico, pregno di storia, ricco di paesaggi mozzafiato e decisamente fuori dai cliché.
Per assaggiarla dedicale un giorno di vacanza e vedrai che entrerà nel cuore anche a te.
In primavera avevo raccontato qui sul blog la Val d’Aveto bassa – quella che dal Passo della Forcella porta fino a Rezzoaglio (il paese più grande al centro della valle).
Oggi ti racconto l’altra parte, quella più montana, che da Rezzoaglio porta fino in cima, a Santo Stefano d’Aveto, il comune più elevato della Liguria!
Ti suggerisco le mete seguendo un specie di anello, perché da Rezzoaglio puoi arrivare a Santo Stefano con due diverse strade: una “scorciatoria” di una quindicina di minuti, e una “allungatoia”, che porta però all’imperdibile Lago delle Lame passando per i paesini di Villnoce e Montegrosso.
Prendiamo questa e partiamo. Ecco Cosa fare in un giorno in Val d’Aveto Alta:
Una gita al Lago della Lame e alla Cascata della Ravezza.
Il Lago delle Lame è uno dei pochi laghi glaciali della Liguria. Si trova all’interno del Parco dell’Aveto, nella foresta delle Lame, ai piedi del Monte Aiona.
Circondato da alti e fitti abeti è un luogo fresco, pacifico, silenzioso. I suoi colori, poi, sono incredibili sia in estate sia in autunno.
Nei mesi estivi è possibile pescare le trote, cosa che ovviamente noi abbiamo fatto con grandissima soddisfazione del mio ragazzo! E’ necessario munirsi di un permesso di pesca (18 Euro) che vi permetterà di portare a casa fino a 5 trote. Nel fine settimana attrezzatura da pesca ed esche sono a disposizione in un capanno vicino al lago.
Vicino al lago si trova anche il Museo del Bosco, una mostra permanente dedicata ai boschi liguri e rivolta principalmente ai bambini. Con esposizioni e pannelli esplicativi viene raccontato il bosco, i suoi abitanti, l’utilizzo del legno e come riconoscere tracce e tane di animali.
Dal lago poi partono diverse camminate, una di queste conduce alla bellissima Cascata della Ravezza: è un percorso facile, veloce, in mezzo alla faggeta, prevalentemente in ombra e pianeggiante (salvo l’ultimo tratto prima della cascata). In estate il sentiero è anche rallegrato da coloratissime farfalle!
Una volta arrivati si può godere la cascata da una panchina panoramica oppure scendere fino all’acqua e magari – come abbiamo fatto noi – farci il bagno sotto!
Una visita al Mulino di Gramizza
I mulini ad acqua, antichi, che macinano grano, mais, farro e castagne e che ne vendono la farina esistono ancora.
Potete trovarne un raro esempio sulla strada proseguendo verso per Santo Stefano, è il Mulino di Gramizza. Patrimonio dell’umanità il mulino così come il suo mugnaio!
È proprio sulla strada, una casa rossa salendo sulla sinistra. Fermati. Il mugnaio ti farà vedere con orgoglio il suo mulino e come funziona.
Potrai comprare la farina che c’è a disposizione (ai primi di agosto si iniziano a macinare grano e mais, a novembre le castagne), ma anche altri prodotti dell’azienda agricola o di quelle vicine, come uova, pomodori, frutta di stagione e conserve. Tutto genuino, tutto locale.
Un giro nel paese di Santo Stefano d’Aveto
Santo Stefano d’Aveto è un po’ il Trentino di noi Liguri. Casette dai tetti spioventi e geranei variopinti che si riversano fuori dai balconi in legno. Campanacci, asce e coltelli ben esposti nelle vetrine dei ferramenta. Negozi con scarponi da rampicata e abbigliamento tecnico.
Artigianato in legno, ceste di vimini. A passeggio si vedono persone con pedule ai piedi e calzettoni di lana rossi.
Le camminate che partono dal paese sono moltissime. Si può raggiungere il monte Groppo Rosso (1592 m), il monte Roncalla (1658 m), il Maggiorasca (1804 m), il monte Penna (1735 m) e il monte Aiona (1702 m);
Di inverno, se c’è sufficientemente neve, sono attivi anche gli impianti sciistici del comprensorio del Monte Bue.
Santo Stefano è anche un paese ricco di storia, crocevia tra la Liguria e la Pianura Padana sin dal tempo dei Romani e snodo nevralgico del sistema feudale medioevale. Lo testimonia il suggestivo Castello Malaspina-Fieschi-Doria che sovrasta oggi come allora il paese.
Il castello è molto ben conservato e velocemente visitabile anche con i bambini.
Non mancano poi le cose buone da assaggiare e portarsi a casa!
Prima tra tutti, la famosissima Pinolata di Santo Stefano. Una torta di pasta frolla con un ripieno friabile a base di mandorle e pinoli. La puoi assaggiare o comprare nella storica Pasticceria Marrè.
(vendono anche pane e brioches niente male…).
Oppure la puoi cucinare a casa con la ricetta tradizionale che trovi in fondo al post!
A seguire i formaggi. Quello simbolo della Valle è il formaggio San Stè, originariamente prodotto nella zona di Santo Stefano. Un formaggio di latte vaccino, a pasta dura, stagionato almeno 2 mesi, dal gusto dolce e sapido molto particolare.
Il modo tradizionale e migliore per consumarlo è farlo arrostire – magari in sà ciàppa (su di una lastra di ardesia) – e servirlo su fette di pane casereccio.
La zona è ricca anche di piccole produzioni locali di formaggette, ricotte e yogurt, sia di latte vaccino sia di latte di capra.
A questo proposito, appena fuori dal paese, verso il Passo del Tomarlo che porta direttamente in Emilia Romagna, consiglio di far visita a Il Bucaneve. E’ una piccola azienda agricola locale che vende appunto formaggi freschi e yogurt, insieme a confetture e sciroppi fatti con i loro lamponi, ortaggi di stagione, piante e fiori. Il negozio ampio e luminoso è anche caffetteria: un ambiente accogliente e ricercato, arredato in stile alpino, dove si servono colazioni con torte rigorosamente fatte in casa.
I formaggi dei piccoli produttori locali li puoi trovare anche nei due o tre negozi di alimentari del Paese.
Infine, ricorda in autunno i boschi della Val d’Aveto di popolano di castagne e di funghi. Se vieni da queste parti in quel periodo cerca la farina di castagne appena macinata (così buona e dolce da mangiar cruda a cucchiaiate) e i funghi freschi. In estate puoi consolarti con i porcini secchi, enormi sacchi di porcini secchi, di tutte le dimensioni e per tutte le tasche esposti in bella mostra nelle vetrine dei negozi.
Percorrere la “scorciatoia” da Santo Stefano a Rezzoaglio.
Esplorare l’entroterra Ligure in macchina è divertente, spesso però le strade si snodano nel folto del bosco e il paesaggio circostante si scorge a fatica, in velocità, tra una radura e l’altra.
La strada “veloce” che da Santo Stefano porta a Rezzoaglio, è un’altra cosa. E mi fa impazzire!
Si prende la prima deviazione sulla destra per Rezzoaglio, subito usciti da Santo Stefano, all’altezza di Allegrezze, e si scende giù, in picchiata, tra campi di grano, prati verdi, balle di fieno, trattori e qualche vigneto.
Ad ogni curva si scorge tutta la valle ai tuoi piedi: ampia, rigogliosa, gravida di vita. Ad ogni curva ti fermeresti ad assimilare il paesaggio e a scattare una foto. Una discesa rapida, 5 minuti di rara bellezza, e poi si arriva a fondovalle e si prosegue lungo la piana che costeggia il fiume, fino a raggiungere di nuovo Rezzoaglio.
E se mi volessi fermare a mangiare in Val d’Aveto?
Ottima domanda! Non è detto che tu abbia sempre dietro il pranzo al sacco. Ecco un paio di consigli.
Per pranzare:
Il Ristorante dei Fieschi, proprio all’ingresso di Santo Stefano, di fronte al Santuario della Madonna di Guadalupe. L’interno ricorda moltissimo una grande baita di alta montagna anni 70. La specialità è la carne alla brace, ma anche i ravioli al sugo di carne e gnocchi di castagne non sono niente male!
La Locanda dai Nonni, a Villanoce. La cucina è tradizionale, casalinga e genuina. Servita con il sorriso. L’ambiente è rustico, classico e ben curato. La vista dalla terrazza è bellissima.
Per fare merenda/prendere un aperitivo:
Il Nuovo liquorificio Fabbrizii:
Non si può attraversare la Val D’Aveto senza fermarsi a Rezzoaglio alla Caffetteria del Nuovo Liquorificio Fabbrizii!
Nel giro di un anno dall’apertura è già diventata un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono assaporare la Valle.
Puoi fermarti per fare colazione al mattino, merenda al pomeriggio e aperitivo alla sera! I cocktails da assaggiare a base dei loro prodotti sono moltissimi. L’aperitivo, le colazioni e le merende sono principalmente a base di prodotti della Valle. Offrono anche pane e marmellata (di frutti di bosco colti sui monti), proprio come si faceva una volta! Il giardino poi è grande, fresco e rilassante.
Inoltre qui, tra un boccone e un sorso, puoi scoprire le tante iniziative organizzate in loco per promuovere e fare conoscere questa bellissima Valle.
Ovviamente la visita può essere anche l’occasione per fare un giro del piccolo e modernissimo laboratorio e scoprire come si produce lo storico Amaro Fabbrizii (spoiler: usano solo erbe raccolte in Valle) oppure fare un po’ di shopping dei loro prodotti: l’Aperitivo fruttato, il Limoncello di Santo Stefano con i limoni di Sorrento IGP, il Gin Rusagni o il comodissimo Negroni Fabbrizii in monoporzione!
Insomma o all’andata o al ritorno un salto al Liquorificio Fabbrizii è altamente consigliato!
Ingredienti
Per la pasta frolla
- 150 g di farina 00
- 70 g di fecola di patate
- 120 g di burro – morbido e a cubetti
- 2 tuorli
- 80 g zucchero a velo
Per il ripieno
- 50 g mandorle dolci
- 50 g mandorle amare
- 2 albumi
- 200 g zucchero a velo
- 1 pizzico bicarbonato
- 200 g pinoli
Istruzioni
- Preparate per prima cosa la pasta frolla.
- Versate sul piano da lavoro le farine mescolate e formate un cratere al centro. Aggiungete al centro il burro, lo zucchero e i tuorli d’uovo (gli albumi serviranno per la farcitura).
- Impastate velocemente con le mani fino ad ottenere un impasto che liscio e omogeneo. Avvolgete in pellicola trasparente e fate riposare in frigorifero almeno mezz’ora.
- Nel frattempo preparate la farcitura.
- Tritate finemente le mandorle (dolci e amare) e unite lo zucchero a velo. Montate a neve gli albumi e aggiungete un pizzico di bicarbonato.
- Incorporate le mandorle agli albumi mescolando dolcemente dal basso verso l’altro.
- Preriscaldate il forno a 180°C.
- Imburrate e infarinate uno stampo da torte del diametro di 20 cm circa e rivestitelo con uno strato di pasta frolla di circa mezzo centimetro. Fate dei fori con la punta della forchetta.
- Versatevi dentro la farcitura con delicatezza. Livellate bene.
- Decorate con spesse strisce di pasta frolla oppure coprire interamene la superficie con un sottile strato di pasta frolla. Cospargete abbondantemente di pinoli.
- Inforniamo per circa 40 minuti o fino a quando non sarà bella dorata in superficie. Per evitare che i pinoli in superficie si scuriscano troppo coprite con carta argentata a metà cottura.
- Servite a temperatura ambiente spolverata di zucchero a velo.
Questo post è stato realizzato in collaborazione con il Nuovo Liquorificio Fabbrizii, che con Liguria ha un legame profondissimo e che per questo ne promuove le tradizioni eno-gastronomiche.