Un giorno in Val d’Aveto, da Rezzoaglio in giù.

Conosci la Val d’Aveto?

 Nel 1945 durante la seconda Guerra mondiale Ernest Hemingway, allora inviato di guerra al seguito dell’esercito americano,  l’attraversò in direzione Piacenza e a sera scrisse sul suo diario “Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo “. Un bel biglietto da visita non ti pare?

Per quel che può valere anche a mio avviso la Val d’Aveto è meravigliosa.

Quando la attraversi percepisci un leggero stordimento: sai di essere vicino al mare ma l’aria e il paesaggio sono quelli dell’alta montagna.

Inoltre, qui, gole strette immerse nel fitto del bosco si alternano ad ampi prati verdi così che l’occhio e l’anima si sorprendono ad ogni curva lungo la strada.

E’ una Valle silenziosa, pacifica, dove il tempo quasi ovunque sembra essersi fermato. Lontana dal turismo di massa, si lascia scoprire docilmente, senza far troppo sfoggio di sé.  Se sei abbastanza curioso da girare senza precise indicazioni e con l’attitudine dell’esploratore, la Val d’Aveto regala scorci mozzafiato, boschi incantati, acque cristalline, prati fioriti, paesini antichi carichi di storia e di energia.

Noi la vistiamo spesso, da due anni a questa parte, perché piace a tutta la famiglia.

Giorgio, che ha 11 anni, ama pescare e in Val d’Aveto la pesca sportiva è una delle attività ricreative principali grazie alle anse e al lento scorrere del fiume Aveto (pare che anche Hemingway ne abbia approfittato!).

Marco, mio marito, pesca con Giorgio ma soprattutto ama camminare con un soffitto di foglie sulla testa, se poi tra un passo e l’altro trova anche un fungo porcino è un uomo felice.

Elena è piccina, un fiume in cui mettere i piedi a bagno e un prato dove raccogliere un mazzolino di fiori per la mamma sono tutto quello che può desiderare.

Quanto a me, amo riempirmi gli occhi di verde, respirare aria frizzante, vedere loro felici e … andare alla ricerca di cose buone da mangiare!  E la Val d’Aveto ha molti piccoli tesori nascosti.

Cosa fare in Val d’Aveto

Con il post di oggi ti racconto alcune delle cose che noi abbiamo fatto/scoperto in Val d’Aveto fino ad oggi.

Sono attività a misura di famiglia, che in gran parte si possono fare durante la gita di un giorno, quindi potete approfittare di queste vacanze di Pasqua per provarne qualcuna!

Poiché la valle è lunga mi concentro sulla Val d’Aveto bassa, quella che dall’entrata presso il Passo della Forcella arriva fino a Rezzoaglio, il paese principale della valle insieme a Santo Stefano d’Aveto. Più avanti racconterò l’altra metà, da Rezzoaglio a Santo Stefano. Per semplicità espositiva parto da sud e vado verso nord.

Passeggiata da Ventarola lungo il Sentiero Natura

Una breve passeggiata, interamente pianeggiante, immersa nel verde, dal borgo medioevale di Ventarola fino alle pendici del Monte Ramaceto.

Ventarola è un antichissimo borgo formato da case in pietra, un tempo crocevia molto importante tra la Liguria e la Pianura Padana.

Una delle case è stata trasformata dall’Ente Parco dell’Aveto in un Rifugio dove, su prenotazione, si può dormire. Un luogo piccolo ma incantevole che fa sognare tempi che furono.

Dal paese, lungo il Torrete Ventarola, parte quindi una splendida passeggiata in parte lungo una strada secolare lastricata in pietra, che conduce alle falde del Monte Ramaceto, dove si trova un’area pic-nic con i tavoli ma anche la sua vasta faggeta alla cui ombra è possibile riposarsi.

Con un po’ di fortuna potresti anche  veder pascolare splendidi esemplari di Mucca Cabannina, la razza autoctona della Val d’Aveto.

Se invece ti piace camminare, sempre da qui parte l’Anello del Ramaceto, un percorso trekking di circa 6 ore che si inerpica fino alla cima del monte con panorami davvero mozzafiato.

Rifugio Ventarola Val d'Aveto
Ventarola
Ventarola

Comprare il formaggio della Azienda Agricola Cella Angelo a Parazzuolo

Scoprire i prodotti e i produttori dei posti che visito è la mia passione, anzi missione.

Nelle gite in questa zona ho scoperto e mi sono affezionata al piccolissimo caseificio Azienda Agricola Cella Angelo che produce formaggio solo con il latte delle loro mucche cabannine, presidio Slow Food della Liguria.

Potete trovare il formaggio stagionato “U cabannin”, che è il più rinomato tra quelli prodotti con il latte di cabannina. Ma anche la loro formaggetta fresca “Preziosa”, che lo è di nome e di fatto!

Se siete fortunati come me, la gentilissima signora che vi accoglie (in casa sua) e vi serve ha da offrirvi uova fresche e variopinte delle sue galline felici.

U cabannin

Fermarsi anche solo per curiosare nell’alimentari di Cabanne

Non so voi, ma io ho un amore reverenziale per gli alimentari di paese. Gli empori, quelli che vendono di tutto, come una volta, dal sapone al pane, dalla verdura al fil di ferro. Vorrei adottarne uno se fosse possibile, per preservane la specie in via di estinzione come si fa con i panda.

Ecco, a Cabanne esiste ancora un raro esemplare di Emporio di paese: scaffali in legno strabordanti di generi alimentari e non, giornali, attrezzi, verdura, spugne e saponi. Porta in legno, pavimento in piastrelle liso dal tempo, tavolo della cucina di casa che si vede spuntare dietro il bancone. Entra e compra un pezzo di formaggio del pastore, un dolcetto della pasticceria di Val d’Aveto, un chilo di patate del contadino, qualsiasi cosa ma entra.

Poi, già che hai parcheggiato, puoi anche scendere lungo la “strada di sotto” che costeggia le case del paese lato fiume e che regala un bellissimo scorcio sugli ampi prati di Cabanne, in estati tempestati di grosse balle di fieno.

Cabanne
fiume Cabanne

Un tuffo nel fiume alla spiaggetta di Farfanosa

Poco dopo Farfanosa, c’è un prato (salendo la valle sulla sinistra) che costeggia il fiume dove una volta si facevano le fiere del bestiame, si nota perché ci sono ancora tutti gli steccati per legare gli animali. C’è anche una grossa roccia per fare arrampicata chiamata Farfablocco.

Lì, il fiume si allarga ed è profondo. C’è una spiaggetta dove fermarsi a prendere il sole, pescare, oppure fare il bagno e anche i tuffi!

L’ultima volta che siamo stati lì, in primavera, abbiamo trovato una famiglia di caprioli stesa al sole!

Un giro nel paese di Villa Cella

Villa Cella  è stato il tesoro nascosto, il gioiello, dell’ultima gita che abbiamo fatto in Val d’Aveto.

Si raggiunge seguendo una strada che si distacca dalla principale a fondovalle e che salendo e serpeggiando si addentra in una valletta laterale. Devi fidarti, prima o poi arriverai.

E’ un borgo piccolissimo ma dal passato glorioso e di rilievo storico. Qui, infatti, nel 1103 fu fondato uno dei primi e più importanti monasteri benedettini della Liguria, il Monastero di  San Michele de Petra Martina (poi di San Lorenzo). Il paese fu luogo di ristoro per pellegrini e punto di riferimento per chi attraversava la valle.

Oggi puoi ammirare ancora la piccola chiesta con l’imponente campanile in pietra, il portone turchese e il sagrato di ciottoli circondato da maestosi ippocastani.

Dietro, nascosti alla vista, i resti dell’antico mulino ad acqua tra cui una grandissima ruota in ferro e le pietre da macina.

Un posto incantevole dove regna la quiete e forse davvero ci si sente più vicini a Dio.

Villa Cella
Villa Cella
Villa Cella

Uno saluto alla “Balena di Massapello”

Per gli abitanti di Rezzoaglio, quando si vede la Balena di Massapello si sa di essere quasi arrivati a casa.

La balena di Massapello, della anche la Balena dell’Aveto altro non è che un grosso scoglio nel mezzo del fiume Aveto, che ricorda il corpo di una balena. La leggenda vuole che fu proprio Hemingway, sedutovi sopra a riposare, che ne colse la somiglianza con il cetaceo. Negli anni sessanta, poi, alcuni artisti ne dipinsero occhi e bocca dandole l’aspetto che oggi vediamo.

La puoi vedere accostandoti lungo strada, poco dopo il bivio per Villa Cella.

Balena della Val D'Aveto

Il mulino di Molini

Proseguendo, sempre lungo la strada principale, si incontra sulla sinistra il paesino di Molini.

Piccolissimo borgo in pietra, vale la pena per la manciata di case antiche e per il suo Mulino risalente al 1630, vero gioiello rimasto miracolosamente intatto. All’interno si trova anche un “piccolo museo” di attrezzi d’epoca. 

Una passeggiata nei prati di Rezzoaglio

Quando arrivate a Rezzoaglio, la prima cosa che vi stupirà sarà il campanile della chiesa di San Michele, altissimo, adatto per essere visto anche da lontano in valle.

Accanto al piazzale della chiesa una strada sterrata porta lungo il  fiume. Una bella passeggiata in cui si incontra un antico ponte in pietra e più oltre i vasti prati di Rezzoaglio bassa.

Si può passeggiare lungo il fiume oppure lungo il romantico sentiero di campagna delimitato da staccionate in legno che attraversa i prati. Qua e là qualche panchina per fermarsi a riposare all’ombra di un albero.

Campanile di Rezzoaglio
prati di Rezzoaglio

La merenda (o l’aperitivo) al Nuovo Liquorificio Fabbrizii

Se passi attraverso Rezzoaglio non puoi non notare le bianche bandiere svolazzanti del Nuovo Liquorificio Fabbrizii.

La famiglia Fugazzi, proprietaria del Liquorificio, è infatti originaria di Rezzoaglio e qui ha deciso di produrre i suoi liquori, tra i quali il rinomato Amaro Fabbrizii realizzato con erbe direttamente raccolte nella valle.

La sede del Liquorificio, non solo ospita lo spaccio dove ovviamente si trovano tutti i prodotti, dall’amaro al gin, dal limoncello all’aperitivo – ma è anche un elegante bar-caffetteria con un ampio spazio all’esterno (arredato con romantici tavoli d’epoca in ferro battuto … che io adoro).

Liquorificio Fabbrizii
Liquorificio Fabbrizii
Liquorificio Fabbrizii

Se viaggi con i bambini questo è il posto ideale per fermarsi per prendere un tè e fare merenda con una selezione di biscotti e dolci, tra cui la pasta frolla aromatizzata all’amaro (sorprendente) e la pinolata di Santo Stefano d’Aveto (la ricetta prima o poi la pubblico, promesso).

Se viaggi con amici, invece, è il posto giusto per prendere un aperitivo e assaggiare uno (o più) dei tanti cocktails ideati per far scoprire i liquori Fabbrizii. Tutto sempre accompagnato da focacce e spesso formaggi locali (come il San Stè) e mieli della Valle.

Un tuffo o una siesta sotto il Ponte di Alpepiana

Poco oltre Rezzoaglio, sempre seguendo il corso del fiume Aveto in direzione Piacenza, si incontra l’antico ponte di pietra di Alpepiana costruito dal Principe Doria nel 1789.

Lì il fiume si apre in un paio di grosse e profonde anse, perfette per pescare ma anche per fare un breve bagno d’estate. C’è un roccione a strapiombo sul fiume da cui i ragazzi si divertono a tuffarsi.

La spiaggia è ampia e fatta di piccoli ciottoli, perfetta per fermarsi a mangiare e guardar scorrere il fiume dai meravigliosi colori cangianti.

Sempre vicino c’è una zona pianeggiante tra i faggi che in estate viene utilizzata per fare campeggio libero.

ponte Alpepiana
Fiume Aveto

Lo so cosa vi state chiedendo: e se mi volessi fermare a mangiare da qualche parte?

Io non ho mangiato in ristoranti della zona, quando ci sono stata ho sempre avuto un pranzo al sacco, con cose potate da casa oppure con qualche fetta di torta baciocca e di focaccia comprate nell’alimentari di Rezzoaglio.  Però ho visto tante persone e sentito il profumino che esce dall’Albergo Ristorante Paretin a Cabanne, solo cucina tradizionale ligure. Se mi dovessi fermare a mangiare proverei lì.

***

Questo post è stato realizzato in collaborazione con il Nuovo Liquorificio Fabbrizii, che con la Val d’Aveto ha un legame antico e profondissimo e che per questo promuove le sue bellezze.

Ciao! I’m Enrica

a home cook, food researcher and experience curator bred and born in Liguria.
I study, tell, cook, share and teach Ligurian cuisine and the culture surrounding it.
Here we celebrate Liguria’s gastronomic diversity and richness through its recipes, producers, traditions and shops.

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